Era il 3 aprile 1973 quando l’ingegnere di Motorola, Martin Cooper, effettuò per la prima volta nella storia, una telefonata da cellulare. Bisognerà poi attendere fino agli anni 90 per la nascita dei primi cellulari accessibili ad un pubblico più ampio con dimensioni ridotte e costi abbordabili. Oggi il successo raggiunto dai numerosi modelli di smartphone all’avanguardia è globale e sempre più radicato, ormai quasi tutti possiedono almeno un telefono cellulare con cui fotografare, navigare in internet, video chiamarsi. Ma senza tenere in considerazione i danni ambientali che lo smaltimento di questi dispositivi elettronici comporta, si rischia di incrementare l’inquinamento del Pianeta irreversibilmente. L’impatto ambientale dei cellulari dismessi.

La quantità di cellulari attivi ha superato il numero di persone che vivono sulla Terra. Ecco perché riciclarli e smaltirli correttamente è indispensabile per tutelare l’ambiente e la nostra salute.

Se poi si considera la quantità di cellulari dismessi lasciati a deteriorare nei cassetti, i numeri aumentano ulteriormente. È necessario riciclare tutti i dispositivi nelle aree dedicate per evitare accumuli di rifiuti elettronici che dovranno poi essere smaltiti necessariamente in maniera ecologica per evitare sprechi di risorse fondamentali.

Lo studio condotto da reBuy (impresa dedicata all’acquisto e alla vendita di usato elettronico) sui rifiuti elettronici dei telefoni cellulari in 27 paesi, evidenzia la gravità del problema.

Si stima infatti un’elevata quantità inquinante di rifiuti derivanti da cellulari, oltre al fatto che in alcuni paesi ci sono più cellulari inutilizzati di quanti effettivamente ne adoperino le persone che vivono nel paese.

Gli svedesi possiedono la maggior quantità di telefoni cellulari pro capite dismessi, si deduce che hanno più cellulari abbandonati in casa di quanti, in realtà, ne utilizzino. La Finlandia è al secondo posto. Regno Unito, Lituania, Estonia si classificano terze.

La Nuova Zelanda è la nazione con meno telefoni dismessi pro capite mentre gli Stati Uniti detengono il primato per la maggior quantità di cellulari dismessi per un totale di 223,1 milioni di elementi. In ordine di classificazione troviamo Germania con 84,7 milioni e il Regno Unito con 83,1 milioni.

La situazione in Italia:

Ogni italiano raggiunge quasi la media di un device a testa; il paese si classifica dodicesimo su 27, detenendo un valore di 1,05 telefoni cellulari dismessi a persona. Calcolando 63,4 milioni cellulari totali dismessi, mantiene un ottimo tasso di riutilizzo e riciclaggio corrispondente al 75%.

Smaltire correttamente i telefoni cellulari è fondamentale soprattutto nell’epoca attuale caratterizzata dall’esigenza di possedere sempre l’ultimo modello di smartphone, alla moda e tecnologico. Così come informare le nuove generazioni nate insieme ai telefoni intelligenti, sull’importanza di una loro produzione e gestione sostenibile.

Anche i processi produttivi infatti, sono poco sostenibili e minacciano sia l’ambiente che la salute umana. I metodi di estrazione dei metalli preziosi che compongono gli smartphone sono altamente inquinanti per l’ambiente e le condizioni lavorative in miniera sono brutali. Inoltre, l’energia necessaria per potenziare i nuovi device, è sempre maggiore e rappresenta uno spreco.

Chiaramente è impossibile sfruttare tutti i materiali e l’energia necessari per la produzione dei dispositivi mobili senza che la loro durata e il tasso di riciclo aumentino consistentemente. Per realizzare ciò, è inevitabile un’inversione di marcia, creando dispositivi più duraturi, pensando ad uno schema produttivo circolare che consenta di minimizzare sprechi, impatto ambientale e salute umana.

Tutti i cellulari dismessi dei 27 paesi rappresentano un valore di vendita di 1,9 miliardi di euro in metalli preziosi come oro, argento, platino, rame, palladio, contenuti in piccole dosi nei dispositivi, i quali, se fossero riciclati, potrebbero avere una seconda chance e di conseguenza ridurre le pericolose procedure di estrazione dei metalli.

Utilizzare più a lungo lo smartphone contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti, ma una volta che non funziona più o lo si vuole cambiare, è opportuna una corretta espulsione o riciclo dei materiali, evitando di gettare rifiuti elettronici nell’indifferenziata o accumulare in casa smartphone vecchi.

Il 70% della popolazione mondiale possiede almeno uno smartphone, ma ci sono ancora 3 miliardi di persone sul Pianeta ad esserne sprovviste. Solo in questi 27 paesi si calcola la presenza nelle case dei cittadini di 771 milioni di telefoni inattivi che però sarebbero in grado di funzionare e aiutare gli abitanti di paesi meno agiati ad accedere a situazioni che per noi risultano ormai scontate, come contattare parenti o avere accesso a numerose informazioni attraverso la rete. Questo sarebbe un primo modo corretto per dare seconda vita a vecchi cellulari che non vengono più utilizzati ma che sono funzionanti, riducendo l’elevata quantità di scarti elettronici in discarica.

E se invece il dispositivo non funziona più, in che modo lo si può smaltire rispettando l’ambiente?  Spesso per disinformazione o indifferenza ci sbarazziamo di vecchi telefoni o altri elementi elettronici senza conoscere le modalità giuste ed ecologiche per farlo.

Telefoni cellulari o altri dispositivi elettronici non possono essere smaltiti come fossero spazzatura indifferenziata, ma sono definiti RAEE, ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche per cui sono previste, di norma, procedure differenti per lo smaltimento. Deve essere eseguita una raccolta differenziata in una delle isole ecologiche comunali adibite. Da queste aree di raccolta, i rifiuti vengono spediti a impianti di lavorazione che minimizzano la fuoriuscita di sostanze dannose e consentono il riciclo delle materie prime. Solamente in Italia vengono generate più di 1 milione di tonnellate di RAEE all’anno.

Se invece si ha intenzione di acquistare un nuovo smartphone c’è la possibilità di lasciare il vecchio dispositivo al negoziante, il quale ha il dovere di ritirarlo gratuitamente al momento del nuovo acquisto e di occuparsi dello smaltimento.

Una valida soluzione è stata proposta dall’azienda olandese Fairphone che ha progettato lo smartphone ecologico volto a creare un impatto sostenibile sull’ambiente e la società. Lo smartphone ecologico è caratterizzato dal design innovativo che dura di più con il riutilizzo e riciclo di materiali ecologici. Inoltre è modulare, comprende cioè la possibilità di essere facilmente smontato e rimontato, anche autonomamente, disponendo del servizio clienti e negozio online su cui acquistare pezzi di ricambio.

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